La scommessa di Pascal e il suo significato



Un nuovo post dedicato a Pascal: questo però non fa parte del ciclo di cui fanno parte gli altri (cfr. IIIIIIIVV), ma è dedicato al celebre argomento del pari, cioè della scommessa. Talvolta si dice che qui Pascal rivelerebbe la sua visione tragica della vita, in cui la ragione non sa soccorrere l'essere umano preso dall'inquietudine, per cui a questi non resterebbe che l'azzardo della volontà. Considero brevemente questa lettura e le oppongo alcune osservazioni. Altre volte, invece, si dice che qui Pascal avrebbe offerto delle ragioni prudenziali, elaborate attraverso un rudimentale calcolo delle probabilità, per credere in Dio: avrebbe così assoggettato la fede al calcolo dell'utilità. Questa lettura la discuto in maniera più analitica e infine la respingo, con la maggior parte degli interpreti. Mi soffermo in fine sul rapporto che qui emerge tra gesto esteriore e convinzione interiore. Sotto questo profilo, le osservazioni presenti si possono collegare a quelle sul potere che le consuetudini hanno di trasformare la nostra stessa esperienza percettiva, emozionale, immaginativa e persino riflessiva (cfr. quest'altro post ).



Video 1: L'interpretazione tragica della "scommessa" pascaliana
Qui illustro la celebre interpretazone dell'argomento del "pari", che vi riconosce la prova di una visione tragica della vita.

Video 2:  L'argomento pascaliano della scommessa e il suo significato più generale
Dopo aver richiamato il nucleo di tale argomento, qui spiego che non si tratta dell'offerta di ragioni pratico-prudenziali per credere in Dio; in fine, mi soffermo sul rapporto che Pascal pone tra gesti esteriori e credenze interiori (e critico la lettura riduzionista di sapore materialista).

Qui sotto riporto l'intero pensiero n° 233, nella traduzione di Paolo Sereni (Einaudi): 






 

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