Su Pascal (4). Una discussione del suo pensiero politico. Parte II: Decostruzione


In questo post, si trova la mia quarta lezione sulla filosofia politica e sociale di Blaise Pascal. In particolare, qui concludo il discorso iniziato nel post precedente: là ricostruivo la sua filosofia politica, qui indico la linea di una sua possibile decostruzione. Discuto sia l'idea di ragione presupposta dall'argomentazione pascaliana in favore del conservatorismo, sia la sua problematica concezione del ruolo della forza (un aspetto, quest'ultimo, che avevo volutamente tralascaiato nell'esaminare la sua concezione della realtà sociale).

Con la presente, concludo il ciclo di lezioni sull’etica di Pascal e, più precisamente, sulla sua concezione della realtà sociale e della vita collettiva. La prima lezione è sviluppata in questo post, la seconda in questo, la terza in quest’altro. Del pensiero 294, che è un riferimento costante di tutte queste lezioni, offro una traduzione e una lettura completa qui.


Video 1: Ripresa generale della mia lettura della filosofia politica pascaliana
Qui innanzitutto riprendo l'intero movimento sviluppato in tutte le mie lezioni dedicate alla concezione pascaliana dell'eticità, lezioni di cui questa è la quarta e ultima, se non contiamo il post in cui darò lettura del pensiero 294 (pensiero che sta al centro di tutte queste lezioni). In secondo luogo, riprendo in particolare il nucleo della terza lezione (terzo post) perchè più difficile e perchè oggi si tratta di passare dalla ricostruzione del pensiero politico di Pascal alla sua decostruzione.

Video 2: Un breve confronto tra Pascal e "il più saggio dei legislatori": Platone.
Prendendo sul serio l'allusione pascaliana a Platone che si trova alla fine del pensiero 294, sviluppo un breve confronto tra le due prospettive e in particolare sull'irriducibilità del senso platonico delle "nobili menzogne" alla interpretazione pascaliana.

 
Video 3: Da Platone (e Aristotele) a Pascal
Sviluppando il confronto con Platone e aggiungendo un riferimento ad Aristotele, qui cerco di individuare il punto del discorso pascaliano da cui far cominciare la sua messa in questione: si tratta della sua idea di ragione. 



Video 4: La necessità che la ragione scettica metta in questione se stessa
Qui chiarisco come la conclusione pascaliana secondo cui la ragione da sola non possa stabilire alcuna norma giusta dovrebbe in realtà condurre a un salto dialettico in cui sia rimessa in questione questa idea di ragione e ne siano smontati i presupposti. 


Video 5: Una ragione originariamente indipendente dai costumi e dalle tradizioni?
Qui cerco di isolare il presupposto pascaliano: una ragione che pretende di poter accedere all'ordine del giusto mettendosi a lato dei costumi è una ragione che pretende di esserne originariamente indipendente: può chiamarsene fuori perchè non  dipende dai costumi, dalle tradizioni, ma allora anche dal linguaggio in questi si depositano, insomma, da tutto ciò che Hegel chiamerà lo spirito oggettivo. Non sorprende che una ragione intesa in questo modo risulti poi sterile e incapace di fondare alcunchè nell'ordine della cose pratiche: in effetti, così intesa, diventa un caput mortuum. Ma liberarsi dell'idea dell'originaria indipendenza della ragione non significa impegnarsi inevitabilmente nella tesi circa la dipendenza unilaterale della ragione dai costumi e dalle tradizioni: si tratta invece di riuscire a pensare la dipendenza reciproca tra queste due istanze e dunque la ragione come fattore capace di dinamizzare criticamente i costumi. Detto altrimenti: è solo tenendo sullo sfondo i costumi che la ragione può far leva sull'idea di giustizia per mettere in questione questa o quella norma, questo o quel principio depositati nei costumi e nelle tradizioni.




Video 6:  Per una critica della concezione pascaliana della forza
L'idea di una ragione originariamente indipendente dai costumi e dalle tradizioni, insomma dallo spirito oggettivo, non è solo all'origine della tesi scettica sulla capacità fondativa della ragione stessa (tesi che a sua volta fa da premessa alla conclusione conservatrice di Pascal), ma contribuisce anche a rendere plausibile l'idea che all'origine di un ordinamento giuridico ci possa essere un atto di forza (cfr. i pensieri 298, 299 e gli altri che riporto di seguito) o di usurpazione (cfr. la chiusa del pensiero 294). Delineo qui una critica di questa ulteriore idea.  

 

Commenti

Post più popolari