Su Pascal (3). Una discussione del suo pensiero politico. Parte I: Ricostruzione
Lo scopo di questo lungo post (di cui la presente costituisce la seconda versione) è cominciare la discussione di uno dei nuclei del pensiero politico di Pascal: in particolare, qui tento di esporre e ricostruire tale nucleo, mentre nel prossimo avanzerò alcune osservazioni critiche.
Al centro dell'attenzione sta ancora il pensiero 294: in fondo ne riporto una parte, in una traduzione diversa da quella che ho riportato per intero nel mio secondo post su Pascal. Mi sembra una versione migliore. (Di questo pensiero, che è un riferimento costante di tutto il ciclo di post a cui appartiene il presente, offro una traduzione e una lettura completa qui.)
La prospettiva conservatrice che Pascal difende è un occasione per approfondire la sua concezione dei costumi e per riflettere su alcuni dei nodi che qualunque filosofia politica deve affrontare.
Tra le questioni toccate ci sono il carattere impolitico del comandamento cristiano dell'amore, gli effetti sociali delle pratiche di riflessione critica sui costumi ricevuti, lo scetticismo pascaliano a proposito delle capacità costruttive della ragion pratica, nonchè la sua difesa della massima conservatrice che esorta a rispettare sempre e comunque i costumi del proprio paese.
La lezione contenuta in questo post è la terza di un ciclo di quattro. Qui la prima, qui invece la seconda.
La lezione contenuta in questo post è la terza di un ciclo di quattro. Qui la prima, qui invece la seconda.
Video 1: Esiste una filosofia politica di Pascal?
Qui mi chiedo anche se le osservazioni filosofiche di Pascal sulla politica siano all'altezza di quell'etica cristiana (il comandamento dell'amore) che lui stesso mette al centro della sua riflessione sull'esistenza del singolo. Aggiungo che pensieri come il 338 potrebbero consentire un'ulteriore articolazione del rapporto tra la prospttiva cristiana di Pascal e quel radicale conservatorismo che in questo post delucido: accettare i costumi dati, anche se folli, sarebbe per i cristiani un modo di rispettare "l'ordine di Dio, il quale, per la punizione degli uomini, li ha asserviti a queste follie". (Riporto qui sotto l'intero pensiero 338).
Video 2: Per capire la prospettiva politica di Pascal, una prospettiva fortemente conservatrice, bisogna capire che cosa, secondo lui, accade in una società, che è ovviamente regolata dai suoi costumi, quando si diffondono e radicano pratiche critico-riflessive e dunque il tasso di riflessività sociale aumenta.
Video 3: La ragione come parvenza necessaria
(I pensieri che qui cito, in particolare il 325 e il 326, si trovano in fondo).
Video 4: Che succede quando la parvenza di ragione incontra l'attitudine alla critica radicale?
I membri di una società si conformano ai costumi di essa perchè vi sono
cresciuti all'interno, ma credono di farlo perchè quei costumi sono
giusti. Questa falsa credenza sta in piedi fino a che non è sottoposta
al vaglio della riflessione critica.
Video 5: Non ci si conforma a una norma per convinzione.
La convinzione (e dunque la ragione) non ha la forza di sostenere il
conformarsi a una norma da parte di una società. Dunque, se una norma ha
dalla sua solo delle ragioni, magari anche buone, non arriverà mai a
radicarsi e dunque a regolare delle pratiche sociali. Questo è il primo
motivo per cui Pascal ha sfiducia nella ragione umana.
[Poichè si tratta di un passaggio importante, lo riformulo più analiticamente: l'elaborazione di ragioni a favore di una norma, persino nel caso in cui tali ragioni riuscissero ad essere dimostrative (caso che, vedremo nel prossimo video, Pascal esclude), non è mai sufficiente a dare autorità a tale norma. Se si tratta di spiegare
perchè un complesso di norme riesce ad essere socialmente autorevole e
dunque operativo, allora le ragioni che possono sostenerlo e avvolgerlo
in quella società non sono il punto: la spiegazione corretta non parla
di loro. Detto altrimenti, se un complesso di norme riesce a suscitare
rispetto (e dunque a ordinare le condotte e la vita sociale), non lo fa
solo sulla base delle eventuali ragioni che possono essere portate in
sua difesa. Il conformarsi alle norme da parte di una società non si
basa sul fatto che i vari membri di questa sarebbero convinti da
ragioni portate a giustificazione di tali norme. Il rispetto per e
l'adesione a un complesso di norme non risultano da un ragionamento,
cioè da una valutazione delle loro basi razionali e questo sarebbe vero
anche nel caso, escluso poc'anzi, in cui tali basi fossero capaci di
essere fondative. Quel rispetto e quell'adesione dipendono dal processo
di abituazione pratica (cioè dall'aver ricevuto quelle norme fin nelle
dimensioni più pratiche della socializzazione) e dalla coltivazione
dell'immaginazione. (Come ricordo nel video, nel pensiero 245 riportato qui sotto, oltre
alla ragione e alla consuetudine, che include abituazione e
immaginazione, Pascal cita anche l'ispirazione religiosa come possibile
spiegazione di un'adesione). Nel caso però di una norma nuova, cioè di
una norma di cui si vorrebbe che prendesse il posto di una delle norme
ricevute e tramandate, allora essa non può essere sorretta dalla
consuetudine e poichè la ragione non può sorreggerla da sola, è
destinata a non radicarsi e a non regolare la vita sociale].
Video 6: La sola ragione non sa determinare le norme veramente giuste
Secondo Pascal, la ragione umana, da sola (e, forse, in quanto condizionata dal peccato originale), non è in grado di determinare il complesso di norme veramente giuste, cioè non è in grado di indicare in maniera dimostrativa e fondata quali sono le norme realmente giuste. Insomma, il lavoro di fondazione o giustificazione, in relazione a norme, la ragione umana non è in grado di portarlo a termine. Questo è il secondo motivo per cui Pascal ha sfiducia nella ragione umana
Video 7: Una nota di approfondimento sula sfiducia pascaliana verso la capacità della ragione umana di fondare da sola delle norme veramente giuste.
Pascal avanza una tesi di sapore scettico a proposito della capacità
della ragione di determinare da sola delle norme veramente giuste. Qui
faccio alcune considerazioni sui possibili argomenti a favore di tale
tesi.
Video 8: Un conservatorismo oscurantista?
Qui esamino come la doppia sfiducia nella ragione entra nell'argomentazione conservatrice , cioè in quella sorta di meta-argomento a favore dei costumi dati (argomento che non difende la qualità intrinseca di tali costumi, ma il loro esser comunque meglio dell'incertezza cui porta la diffusione dell'attitudine critica). Ritorno, oltre che sul pensiero 294, anche sul 325 e 326 e ricordo il 297: sono tutti riportati qui sotto.
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