Che cos'è la falsa coscienza? (1). Una delucidazione del concetto


In questo post, e negli altri due che lo sviluppano (qui) e concludono (qui), cerco di delucidare il concetto di falsa coscienza. Non lo faccio in riferimento a un filosofo in particolare, tuttavia tengo presente la tradizione marxista in cui quel concetto ha trovato le più importanti elaborazioni. La mia delucidazione non è neutrale rispetto al conflitto delle interpretazioni: man mano che procede, si rivela un tentativo di isolare una comprensione della falsa coscienza in cui questa non sia intesa come la privazione della condizione che apparterrebbe a una coscienza rischiarata o trasparente a se stessa, condizione che è solo un'illusone. Detto altrimenti, l'interesse del concetto di falsa coscienza si rivela solo se lo si separa dal concetto che vorrebbe indicare una coscienza rischiarata e dunque padrona di sé e dei suoi condizionamenti. Questa separazione la inizio qui, ma la realizzo davvero solo nel prossimo post, discutendo anche le sue conseguenze politiche.




Video 1: Che cos'è e cosa non è la falsa coscienza
Qui comincio a delucidare che cos'è la condizione di falsa coscienza distinguendola da altre condizioni negative con cui potrebbe essere confusa o da cui è comunque utile esplicitare come si distingue. Mi riferisco alle condizioni di essere costretti, di essere minacciati e di essere ingannati.

Video 2: Falsa coscienza, divisione soggettiva e condizionamento sociale
Qui comincio a collegare la condizione di falsa coscienza con quella particolare divisione soggettiva che consegue al fatto che ciascun soggetto è preso in una formazione sociale che lo condiziona in modi determinati, ma inaccessibili attraverso una semplice autoriflessione introspettiva (cioè, come spiego nel prossimo post, tali che possono essere scoperti e conosciuti da un sapere teorico-scientifico, ma non possono essere riconosciuti a livello dell'esperienza pratica)


Video 3: La nozione di falsa coscienza nella tradizione marxista
Una volta che la falsa coscienza è intesa come la divisione del soggetto, che dipende dal radicamento sociale del soggetto stesso, per capire l'elaborazione marxista di tale nozione occorre introdurre il tema della lotta di classe e dello sfruttamento di classe. In effetti, come sostengo esplicitamente nel secondo post su questo tema, solo in quanto il condizionamento sociale si trova a essere anche un subire forme di sfruttamento e dominio, allora quella divisione soggettiva designata dalla nozione di falsa coscienza è una condizione negativa: la divisione soggettiva come tale, cioè il fatto di non poter padroneggiare a livello dell'esperienza pratica i modi determinati in cui si è condizionati dalla formazione sociale cui si appartiene, non è un negativo, ma una caratteristica strutturale della soggettività.

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