Sulla verità (2) - come misura di ogni asserzione e domanda teoretica

Victor Vasarely, Cheyt-Ond, 1986.

"Che cos'è la verità?" non è una domanda innocente, non è l'ovvio punto di partenza di una interrogazione radicale sulla verità. Qui esamino come la filosofia speculativa cominci proprio con una messa in questione di tale domanda, per rilevare come in essa l'idea di verità non sia solo e per prima cosa l'interrogato, ma operi anche e soprattutto come l'istanza o misura che, come in ogni domanda teoretica, si cerca di rispettare. Detto altrimenti, per poter fare una domanda teoretica, ad esempio "Che cos'è il tempo?", dobbiamo già avere un'idea di che cos'è in generale la verità: per questo la domanda "Che cos'è la verità?" non è come le altre, ma ha già in qualche modo in sè la sua risposta o almeno una parte della risposta. Nella prima parte della presente lezione, esamino questo problema a partire dal modo in cui il filosofo italiano Romano Bacchin (1928-1995) discute la "domanda di Ponzio Pilato".
      Nella seconda parte della lezione, considero un'altra questione di carattere speculativo connessa alla problematica della verità, cioè il rapporto tra l'idea di verità e l'idea di innegabilità: anche in questo caso prendo le mosse da una pagina di Bacchin, ma poi di fatto discuto piuttsoto la posizione di Emanuele Severino su quel rapporto. Ne concludo che sebbene ciò che è innegabile sia senz'altro vero, non vale l'identità tra verità e innegabilità, perlomeno nel senso forte e interessante di innegabilità chiarito da Severino - è invece banalmente corretto sostenere che ciò che è vero non può essere negato senza cadere in errore e duqnue che è innegabile in quest'accezione più debole.
Ringrazio Marco Cavaioni per avermi fatto conoscere i due brani di Bacchin che cito in questi video. 



Video 1: Saperci fare con l'interrogazione filosofica sulla verità
In questo primo video riprendo le domande approfondite nel post precedente: come accostarsi al problema della verità? Come abbordare un nodo così complesso e che ha dato luogo a riflessioni tanto diverse, senza semplificarlo preliminarmente fino al punto di renderlo irriconoscibile? L'altra volta, invece di cominciare dalla domanda "Che cos'è la verità?", cioè, prendendo sul serio Ponzio Pilato, che la pone, ho preso le mosse tra tre commenti al modo in cui lui la pone. Me n'è stato ricordato un quarto, di Romano Bacchin: discuterlo ci consente di capire come quella domanda, ben lungi dall'essere innocente, contiene già in sè la sua risposta. 


Video 2: Il vero come misura di ogni domandare teoretico
In questo video, prendendo le mosse da una pagina di Teoresi metafisica (1984) di Romano Bacchin (pagina che riporto qui di seguito), mostro come la filosofia speculativa, lungi dal poter assumere la domanda "Che cos'è la verità?", dandone per scontata l'innocenza, deve mostrare come il contenuto di tale domanda, in cui l'idea di verità è posta come l'interrogato, entri in tensione con la forma della domanda, che presuppone che quell'idea operi come la misura da rispettare nel rispondere.





Video 3: Il vero e l'innegabile. Introduzione del problema
In un'altra delle sue opere,  Romano Bacchin, dopo avere ricordato l'immagine nietzschiana secondo cui la verità è donna e richiede dunque maniere non invasive per essere avvicinata (ho riportato il passo di Nietzsche nel primo post), sembra suggerire di accostare la questione della verità a partire dall'idea di innegabilità (riporto qui di seguito il passo). In effetti, ciò che è innegabile merita senz'altro di esser detto vero, ma allora le due nozioni, verità e innegabilità, sono sinonime?
 
Romano Bacchin, Anypotheton. Saggio di filosofia teoretica, Bulzoni, Roma 1975 p. 122




Video 4: La verità non coincide con l'innegabilità
Prendendo le mosse dalla stretta associazione che Emanuele Severino pone tra Verità e Innegabilità (ad esempio nei due passi che riporto qui sotto), espongo e discuto i possibili modi di intendere questa associazione: quello per cui la verità sarebbe l'innegabilità, nel senso chiarito da Severino (senso che richiamo, ma che ho esposto un po' più nel dettaglio in un altro post); quello per cui a coincidere con l'innegabilità sarebbe la verità filosofica (sarebbe cioè in filosofia che la pretesa di verità si costituirebbe piuttosto come una pretesa di innegabilità); quello per cui "vero" è effettivamente sinonimo di "innegabile", ma prendendo quest'ultimo predicato nel senso debole per cui significa "tale che, se lo si nega, si cade in errore". Sotengo infine che "vero"  non significa come tale "innegabile" (nell'accezione forte e interessante), ma significa "tale da rivelare/dire le cose come stanno" - quest'ultima caratterizzazione sarà approfondita nel prossimo post sulla verità.



Video 5: Ulteriori questioni su verità e innegabilità
La trattazione speculativa offerta nel video precedente impone, se non di sviluppare, almeno di indicare, alcune ulteriori questioni, queste: (1) perché ciò che è innegabile merita di esser detto vero? (2) che rapporto c'è tra quel vero che è l'innegabile e quel vero che è ciò che dice le cose come stanno? (3) La determinazione del vero come ciò che dice le cose come stanno è una determinazione innegabile, cioè dice innegabilmente qualcosa di vero sulla verità?


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