Il padre venerando e terribile di Platone e Aristotele


Qui mi occupo della concezione dell'essere sviluppata da Parmenide o, più precisamente, del modo in cui Aristotele, sulla scia di Platone, la ricostruisce e poi se ne distanzia. Secondo Aristotele, Parmenide avrebbe concepito la nozione di essere come la nozione che indica un genere e per questo avrebbe finito per sacrificare alla giusta affermazione che l'essere è, il riconoscimento del fatto che sono anche le molteplici cose. La correzione del modo in cui Parmenide concepisce la nozione di essere, correzione che serve appunto a rendere attribuibile l'essere anche alle differenze (cioè alle molteplici cose), costituisce ciò che Platone chiama il parricidio di Parmenide. E se la confutazione di Parmenide è un parricidio, secondo la formula che Platone usa nel Sofista (241d), allora Parmenide è un padre. Un padre "venerando e terribile", secondo la formula che invece compare nel Teeteto (183e)


         

(Questo video riprende il tema toccato nel post "Che cosa sono e categorie, per Aristotele?" e in particolare nel video: Una nota su categorie e trascendentali)


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