L'idea di giusto mezzo nell'etica di Aristotele




La nozione di giusto mezzo è tra le più celebri della trattazione aristotelica dell'etica. In effetti, si trova in un luogo nevralgico del discorso: dopo aver sostenuto che la vita umana buona è una vita in cui si esercitano le virtù, Aristotele passa a definire che cosa sia la virtù ed è qui, più esattamente quando spiega che cosa sia la virtù della sfera emozional-desiderativa dell'anima, cioè la virtù del carattere, che introduce la nozione di giusto mezzo. Si tratta dunque di una nozione che fa parte della definizione generale di virtù del carattere.
Qui mi propongo di chiarire questa nozione, ma anche di spiegare perché, nonostante la fortuna di cui ha goduto lungo la storia dell'aristotelismo, non sia affatto una nozione vitale nel discorso etico di Aristotele. Anzi, conviene quasi non farsi catturare dalla sua notorietà, se si vuole cogliere la forza e il vigore dell'etica aristotelica. Come spiego nel secondo video, il fatto è che il riferimento al giusto mezzo non indica il criterio attraverso cui determinare l'azione buona. Non solo non indica un criterio aritmetico, il che è dichiarato da Aristotele nel modo più esplicito, ma non indica un criterio in nessun senso. Alla ragion pratica che si domanda che cosa significhi agire coraggiosamente o generosamente o secondo ciascuna delle altre virtù, non è il discorso sul giusto mezzo che offre una qualche risposta, seppure generica. Quel discorso consente solo una riformulazione della stessa domanda, una riformulazione che a noi, dopo secolo di discorsi moralistico-prudenziali sulla moderazione, risulta solo più fuorviante della formulazione iniziale.


Video 1: Che cos'è il giusto mezzo nell'etica di Aristotele?
Qui chiarisco il significato e il ruolo della nozione di giusto mezzo nel discorso etico di Aristotele e riporto alcuni esempi.



Video 2: L'idea di giuisto mezzo non è tra le più vitali dell'etica aristotelica
Qui spiego perchè l'idea di giusto mezzo, nonostante la sua fama e la sua fortuna nella storia dell'aristotelismo, non è tra le più vitali e interessanti dell'etica di Aristotele perché fa spazio a integrazioni moralistico-prudenziali  (come quella di Orazio, cui si deve la locuzione "aurea mediocritas", che riporto in fondo) di un discorso che ha ben altro vigore e potenza. Qui di seguito riporto anche gran parte del capitolo quinto del secondo libro dell'Etica Nicomachea, cioè il luogo in cui Aristotele introduce il concetto di giusto mezzo (il "meson", medio) e in cui fa l'esempio tratto dalla dietologia che evoco nel video.


Quinto Orazio Flacco, Odi, Libro II, Ode 10 (qui compare l'espressione "aurea mediocritas" che traduce il giusto mezzo aristotelico)



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